domenica 27 novembre 2011

escissione


L’escissione e l’infibulazione sono pratiche di mutilazione rituale di origine preislamica. Correlata alla circoncisione, trova la sua giustificazione nella pretesa di correggere l’ambiguità della conformazione dei sessi, imputabile al malvagio intervento  di un trickster, intromessosi nell’atto della creazione.
Più invasiva e pericolosa della circoncisione, e dagli effetti fisici e psicologici permanenti, l’escissione è oggi al centro di un’azione internazionale che ne propugna, con qualche successo, la messa al bando.
Fino al 1867, e ancora oltre negli USA, tale pratica era comunemente adottata negli ospedali europei come cura per comportamenti considerati anomali della sessualità femminile.
Le fotografie qui presentate sono di proprietà di una galleria privata che le ha pubblicate sul web per metterle in vendita.
Nel ripresentarle in questa forma non pensiamo di lederne in alcun modo i diritti, reiterandone l’effetto pubblicitario perseguito.
Per contro rivendichiamo la legittimità di un uso sociale di tali immagini, perché un uso esclusivamente privato – nelle categorie dell’esotico o, addirittura dal pornografico - esproprierebbe ulteriormente del proprio sé i soggetti rappresentati, cioè i veri proprietari.
Malgrado le fotografie fossero già censurate da opportune pecette, non ce la siamo comunque sentiti di riproporle nella forma originale che manteneva, a nostro avviso, un residuo di compiacimento funzionale a una fruizione torbida e ambigua.
Le presentiamo perciò mutilate, in analogia con quanto viene raccontato.

Der Ackermann aus Böhemen.




Con Der Ackermann aus Böhemen. Ein Streit- und Trostgespräch vom Tode (Il contadino di Boemia. Un battagliero e confortante discorso sulla morte), di  Johannes von Tepl (o Johannes von Saaz), scritto all’inizio del Quattrocento e pubblicato nel 1460, si supera sia l’annichilimento, tutto medievale, dell’incontro dei tre vivi e dei tre morti, sia la blanda e premoderna consolazione ugualitaria delle danze macabre.
Qui la morte viene contestata nelle sue funzioni di divino gabelliere dell’ipoteca del peccato originale.
Nel negare legittimità all’ineluttabilità della morte, e nel rivendicare il diritto a combatterla, la nascente borghesia delinea già quel programma di dominio della natura che verrà compiutamente teorizzato dallo scientismo baconiano.

sabato 26 novembre 2011

la grande madre

 
La teorizzata esistenza di questa divinità primordiale è una congettura non suffragata da adeguata documentazione. I poderosi lavori della Gimbutas, così come quello di Bachofen sul matriarcato, adducono un’impressionante quantità di materiali, che ricevono significato dalla tesi precostituita che vorrebbero dimostrare, e provano dunque ben poco.
Indubitabile è, però, la presenza di divinità femminili nello strato più arcaico delle religioni e il loro legame con i cicli lunari e agrari.
È parimenti inconfutabile che fin dall’antichità – ma comunque già in epoca storica – tali divinità erano connotate da una forte ambivalenza ed il loro incontrastato dominio, poi temperato dall’ascesa di divinità maschili, confinato agli inizi del mondo.