sabato 27 settembre 2014

L'omosessualità degli animali








Contro natura?
È il
 titolo di una mostra allestita nel 2007 dal Museo di storia naturale di Oslo, allo scopo di dimostrare la naturalità degli atteggiamenti omosessuali, osservati in circa 1500 specie animali.


I diritti degli omosessuali non possono più essere messi in discussione, ma ci si deve interrogare su quanto sia opportuno volerli fondare su un presunto diritto naturale.
Come ha osservato Norberto Bobbio: se caratteristica di un regime tirannico è l'arbitrio, quello retto dal 
diritto naturale è il più tirannico, perché questo gran libro della natura non fornisce criteri generali di valutazione, ma ognuno lo legge a modo suo.
In questo caso, gli errori di lettura sembrano madornali.
Veniero Scarselli (Firenze, 1941) è più noto come poeta (biobibliografia) ma è stato anche biologo, con tanto di libera docenza e incarichi universitari. 
Su questa questione, molto ragionevolmente, osserva: 
Contrariamente a quanto si dice, l'omosessualità non esiste nel regno animale; il motivo, assolutamente ovvio, è che l'evoluzione non può premiare una devianza se essa non dà luogo a discendenza (...) 
Ma analizziamo più da vicino quei sedicenti atti copulativi che si osservano in molte specie di mammiferi. E vero che è molto comune vedere un animale, maschio o femmina, cavalcare un altro dello stesso sesso più giovane o più debole, ma in realtà non si tratta di veri atti sessuali, bensì di atti simbolici con cui l'animale dominante ribadisce la propria autorità sul più debole (...) 
Come ha dimostrato il fondatore dell'Etologia K. Lorenz, il comportamento animale è costituito da un certo numero di moduli autonomi uguali nei due sessi, ma indipendenti luno dall'altro e perfino dalla stessa funzione cui sembrerebbero essere destinati naturalmente; moduli comportamentali che l'animale deve tenere costantemente in esercizio anche quando essi non servono, pena la loro atrofizzazione (...)
A questa grande famiglia di moduli comportamentali appartiene anche l'atto copulativo del cavalcare. Ogni proprietario di cane conosce anche troppo bene gli atti copulativi che spesso il suo o anche la sua beniamina compiono su cani dello stesso sesso, ma anche quelli più imbarazzanti che maschi e femmine compiono abbrancandosi alle gambe delle persone, ove nessuno vorrà affermare che le gambe costituiscano oggetti sessuali; quest'ultimo caso è dunque la dimostrazione più schiacciante che il modulo viene esercitato indipendentemente dalla funzione. (testo completo)
Tutte le devianze che non ledono concretamente un diritto altrui devono essere accettate, ma farle diventare norma è un errore epistemologico.
Giusto separare le conclusioni di morale e scienza, ma intorbidire le acque non giova a nessuno.